domenica 12 luglio 2009

Cartesio e la dissonanza cognitiva

Chiunque di noi, anche un bambino, sa che inquinare è un atto sbagliato. Pertanto chiunque di noi, a specifica domanda, risponderà: “Certo, non dobbiamo inquinare il nostro pianeta”.
Nella sua vita quotidiana però, per qualche ragione, questo principio assolutamente virtuoso e condivisibile, non sempre, quella stessa persona lo applicherà. Perché?
Gran parte della cultura occidentale risente ancora dell’influsso della filosofia cartesiana, (ricordate il filosofo Cartesio, quello della celebre frase: Cogito, ergo sum - Penso, dunque sono, esisto - ?) ed in particolare della netta separazione tra corpo e mente, da essa proposta, ovvero della netta scissione tra razionalità ed affettività, tra natura e cultura.
Questa visione del mondo svaluta purtroppo la realtà concreta, concependola come semplice merce di scambio, finendo così per creare indifferenza e incuria verso le cose e l’ambiente che ci circonda.
Tradotto in termini esemplificativi: ecco che potremo far fare la cacca sotto il marciapiede di casa al nostro cane senza preoccuparci di raccoglierla, arrampicarci su di un’opera d’arte antica di qualche secolo, senza preoccuparci di staccarne un pezzo, abbandonare rifiuti tossici in un luogo inidoneo senza curarci delle conseguenze e degli effetti sulla salute degli abitanti di quella zona, renderci autori dei più efferati crimini contro l’ambiente e il paesaggio, senza che questi gesti ci procurino il minimo senso di colpa.
Tutto questo riusciamo a farlo grazie a quel fenomeno individuato per primo dallo psicologo americano Leon Festinger e conosciuto come “dissonanza cognitiva”.
Ecco di cosa si tratta: quando una persona nel compiere un’azione, combina assieme due comportamenti tra loro coerenti essa è palesemente soddisfatta, (consonanza), quando invece i comportamenti che prevede la sua azione sono palesemente in contrasto tra loro,(dissonanza), quella persona tende a rimuoverne uno dei due.
Esempio: sono un salutista convinto; perciò cerco di curare la mia forma fisica e mangiare cibi sani e di provenienza biologica certificata. Ciò mi gratifica e mi rende soddisfatto di me stesso, ( questa la definiremo consonanza cognitiva).
Al contrario, so che inquinare l’ambiente è sbagliato ma farlo mi semplifica la vita e mi garantisce un certo benessere economico. Questo provoca in me uno stato, appunto, di “dissonanza cognitiva” che mi procura un certo disagio psichico che debbo assolutamente risolvere al più presto.
Risultato: decido di smettere di credere che la salvaguardia dell’ambiente sia poi così importante …
Michele Salvadori
Presidente
Amici della Terra Firenze Onlus

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